Protesi: ingegneria allo stato puro!
La progettazione di una protesi a ponte è particolarmente impegnativa in quanto ogni singola parte esige il rispetto di determinate leggi fisiche. I fattori principali da prendere in esame in questa fase sono:
· Rapporto radice corona dei denti pilastro: il rapporto ideali è 3 a 2 a favore della radice. In assenza di mobilità anche un dente con ridotto impianto osseo può fungere da pilastro di ponte-
· La morfologia delle radici: poiché il dente pilastro scarica le forze masticatorie sulla superficie alveolare, esso è in grado di sopportare i carichi masticatori in misura direttamente proporzionale alla superficie di appoggio. I denti monoradicolati risultano indicati solo per ponti corti.
· La superficie radicolare utile: la sua estensione determina la capacità di tollerare i carichi pressori masticatori cui il ponte è sottoposto. In generale la regola che determina il calcolo della superficie utile è: la somma delle superfici radicolari degli elementi dentali deve essere superiore o almeno uguale a quella degli elementi dentali mancanti da sostituire
· Il numero dei denti da utilizzare come pilastri di ponte: lo stesso concetto generale di pinte presuppone un appoggio bilaterale terminale, ovvero l’impiego di due pilastri. A volte può essere opportuno inserire un terzo pilastro basta che non si rischi il completo distacco del ponte come nel caso di edentulia alternata.
· Il loro gruppo dentale di appartenenza: l’uso di pilastri appartenenti a diversi gruppi dentali non è in generale indicato per un buon risultato della protesi. Infatti, in caso di carichi masticatori verticali l’elemento meno stabile cederà in un tempo più breve determinato il ribaltamento del pilastro maggiormente resistente.
· la configurazione geometrica del percorso del ponte: i ponti rettilinei non presentano particolari problemi mentre quelli a percorso arcuato possono ribaltarsi a causa del braccio di leva che si viene a creare. Tale ribaltamento è tanto maggiore quanto più lungo è il braccio. Per annullarlo occorre utilizzare un pilastro aggiunto in un incisivo centrale oppure estendere la protesi in direzione distale.
· L’architettura di una protesi si ottiene dall’insieme di:
· corone, che forniscono l’ancoraggio agli elementi di pilastro.
· Travata, che sostituisce gli elementi mancanti. Essa è costituita da una struttura metallica che può venire ricoperta, parzialmente o talmente da materiale estetico. Una travata può assumere diverse forme:
o conica: che presenta un elemento intermedio conico. Per la difficoltà di detersione non è più utilizzata.
o A sella: ha una conformazione concava soprattutto nella sezione vestibolare.
o A sfera o a uovo: è una configurazione considerata abbastanza valida ma presenta l’inconveniente dell’accumulo di residui alimentari.
o Igienica o sospesa: distanziata dal tessuto gengivale, non soddisfa le esigenze estetiche pertanto è utilizzata per la riabilitazione dei denti posteriori.
· Connettori: uniscono gli elementi che compongono la protesi. Essi possono essere di tipo fisso, quindi fusi insieme a due elementi, o di tipo mobile, che tramite congiuntori danno origine a ponti con travata rimovibile.