Noi dentisti Dental Family contro il palato stretto: espansione palatale pt2.
Discrepanza trasversale e III classe
La malocclusione di III classe può invece associarsi sia a retrusione basale
superiore che a una protrusione basale inferiore, piuttosto che a una
combinazione di entrambe le anomalie. Quando il mascellare superiore è
retrognatico spesso ha anche una riduzione del diametro trasversale.
In caso di discrepanza trasversale superiore negativa il trattamento previsto è
in due fasi: espansore rapido palatale con uncini vestibolari e protrazione
ortopedica del mascellare mediante maschera facciale. Anche in caso di III
classe e discrepanza trasversale negativa dovuta ad eccessiva ampiezza
dell’arcata inferiore, una fase di espansione del mascellare è raccomandata
anche se in quest’ultima condizione l’ampiezza eccessiva dell’arcata inferiore
rappresenta un fattore prognostico negativo.
Discrepanza trasversale e affollamento
A seguito dell’espansione attiva del mascellare superiore normalmente si crea un
diastema tra gli incisivi centrali superiori che si chiuderà spontaneamente
grazie all’azione delle fibre transettali. Clinicamente ne conseguirà un
incremento della lunghezza totale dell’arcata, fornendo così spazio per
l’allineamento dentale. In particolare ogni millimetro di incremento
nell’ampiezza posteriore dell’arcata si traduce in un incremento di 0,7
millimetri nel perimetro d’arcata.
Non sempre l’affollamento dentale si accompagna a crossbite in quanto i denti
latero posteriori possono presentare un’inclinazione normale, oppure adattarsi
con un’inclinazione linguale. In quest’ultimo caso McNamara e Brudon hanno
elaborato un protocollo che prevede una prima fase di disinclinazione con un
apparecchio rimovibile di espansione secondo Schwarz dell’arcata inferiore,
seguita da espansione palatale.
Quando espandere?
Il fattore tempo gioca un ruolo chiave nel determinare un risultato morfologico
e dimensionale finale: di norma è meglio iniziare il trattamento il prima
possibile in età prepuberale e terminarlo prima del picco di crescita.
Il parametro più affidabile per determinare il timing è costituito dalla
maturità scheletrica individuale, che può essere valutata attraverso diversi
indicatori: l’incremento dell’altezza staturale, la maturazione scheletrica
della mano e del polso, lo sviluppo ed eruzione dentale, menarca o cambiamenti
della voce e maturazione delle vertebre cervicali.
La valutazione della maturazione delle vertebre cervicali è divisa in sei stadi ed è facilmente valutabile da una singola teleradiografia, usata per stabilire diagnosi e piano di trattamento ortodontico senza ricorrere a valutazioni comparative dei cambiamenti, con una riproducibilità elevata. Secondo questa valutazione gli stadi da CS1 a CS3 corrispondono all’epoca prepuberale ed è proprio in questo periodo che l’espansione produce effetti sia a livello scheletrico che dento-alveolare, che restano significativi anche a fine crescita. Un’espansione in epoca post-puberale, da CS4 a CS6, è invece in grado di produrre effetti solo a livello dento-alveolare, con maggior rischio a livello parodontale e sui tessuti di supporto ai denti di ancoraggio dell’espansore.
Come espandere?
La gestione clinica dell’espansore mascellare secondo Haas prevede l’esecuzione
alla poltrona di un giro di vite completo dopo la cementazione (un quarto di
giro ogni cinque minuti) e l’esecuzione di un quarto di giro al mattino e uno
alla sera nei giorni seguenti fino a ottenere una corretta ampiezza palatale
con controlli periodici del paziente dopo 7, 10, 14, 18 e 21 giorni. Ad
espansione avvenuta il protocollo prevede di bloccare la vite centrale di
espansione con una legatura per evitare che questa torni indietro. Attualmente
il mantenimento dell’espansore nel cavo orale come contenzione passiva è consigliato
per 5-6 mesi.
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