Implantologia e diabete
Le
attuali metodologie di implantologia dentale garantiscono un alto tasso di
successo e le protesi in questo modo posizionate, se curate con la dovuta
attenzione, possono assicurare una tenuta perfetta anche per più di dieci anni.
Nonostante i notevoli vantaggi degli impianti dentali rispetto ad altre
soluzioni, come i vecchi ponti, non sempre questo tipo di operazione risulta
indicata. Un caso molto particolare è quello rappresentato dai pazienti diabetici: nonostante vari tipi di intervento
dentistico siano stati a lungo considerati ad alto rischio nei pazienti iperglicemici,
attualmente gli impianti dentali possono rivelarsi una
soluzione indicata anche per chi soffre di questa patologia.
Prima di chiarire quali condizioni rendono possibile l’implantologia dentale anche nei pazienti diabetici, approfondiamo le caratteristiche di questa metodica.
Gli impianti dentali nei pazienti con diabete
Il
diabete mellito, indipendente dal tipo, si traduce in una condizione clinica
che porta ad un incremento cronico della concentrazione di glucosio nel sangue,
causando uno stato di iperglicemia.
I pazienti diabetici si trovano così a dover convivere con tutta una serie di
disturbi, che possono assumere caratteri più intensi oppure più sfocati a
seconda della gravità della forma considerata.
Tra questi, rientrano tempi particolarmente lunghi per la guarigione delle
ferite ed una aumentata sensibilità alle infezioni. Tali condizioni sono legate
alle alterazioni che la maggiore concentrazione di zuccheri produce nel sangue
e a livello delle pareti dei capillari: attraverso vari meccanismi molecolari
sia l’azione delle cellule del sistema immunitario che quella dei corpuscoli
deputati alla coagulazione e riparazione dei tessuti risulta rallentata oppure
inibita; di conseguenza la rimarginazione di tagli e ferite diviene meno
efficiente, così come la risposta immunitaria nei confronti di virus e batteri.
I
soggetti affetti da diabete mellito, non di rado, presentano patologie
ricorrenti a livello del cavo orale e, in particolare, dei denti: gengiviti e
paradontiti sono frequenti, specie in assenza di un’attenta igiene orale.
Questo perché, alla minore capacità di resistere alle infezioni si associa una
maggiore disponibilità di zuccheri nelle secrezioni salivari, che contribuisce
a creare un ambiente perfetto per la proliferazione dei microrganismi.
Gli interventi chirurgici a livello di denti e gengive richiedono inevitabilmente attenzioni particolari e quelli di implantologia dentale non fanno eccezione: anche se le moderne metodologie vengono considerate mini-invasive, nei pazienti diabetici le possibilità di complicazioni risultano particolarmente elevate e, per questo motivo, in assenza delle necessarie condizioni di sicurezza l’intervento viene generalmente sconsigliato.
I potenziali rischi
I
pericoli connessi con un intervento di implantologia dentale in un paziente
diabetico vanno da un semplice aumento dei tempi di guarigione e di recupero,
fino a gravi perimplantiti (infezioni dei tessuti che circondano l’impianto)
con conseguente rallentamento del processo di osteointegrazione dell’impianto e
fallimento dello stesso.
Nei soggetti affetti dalle forme più gravi di diabete possono manifestarsi
emorragie legate ai problemi di coagulazione fino ad arrivare allo shock
iperglicemico, al quale può contribuire lo anche lo stress emotivo provato per
l’intervento.
L’implantologia per soggetti diabetici
Per
i soggetti che soffrono di diabete gli impianti dentali sono dunque sempre
preclusi?
In realtà, l’implantologia dentale può essere tranquillamente praticata nei
pazienti con diabete compensato, ovvero nei quali il livello della glicemia
viene costantemente mantenuto sotto ai valori limite grazie ai farmaci e
all’adozione di una dieta e di uno stile di vita adeguato.
In assenza di altre condizioni cliniche che potrebbero rendere l’intervento controindicato, come precedenti episodi di chetoacidosi, gli accorgimenti generalmente raccomandati dagli specialisti sono:
· un’igiene orale ancora più scrupolosa del solito sia nei giorni che precedono che in quelli che seguono l’intervento;
· l’assunzione di antibiotici come copertura contro il pericolo di infezioni;
· un attento monitoraggio della rimarginazione delle ferite chirurgiche attraverso visite di controllo successive;
· un’attenta verifica della glicemia nel pre e nel post operatorio;
· l’esecuzione dell’intervento a metà mattina, a distanza di diverse ore dalla colazione e rigorosamente dopo aver assunto i farmaci insulinici.
Viceversa, l’implantologia dentale diventa sconsigliata nei pazienti in cui la malattia non viene tenuta sotto controllo con le dovute attenzioni o nei quali la glicemia è spesso superiore al valore limite di 200 mg/dl.
In conclusione, le operazioni di implantologia dentale non trovano controindicazioni tali da mettere a repentaglio l’incolumità del soggetto diabetico. Tuttavia, affidarsi all’esperienza e ai consigli del proprio medico e alla mano di un chirurgo odontoiatra specializzato rimangono fattori chiave per prendersi cura del proprio sorriso senza sottovalutare la patologia.